Negli ultimi 2 anni sono stato inondato da richieste di preventivi per realizzare un e-commerce.
Non è una novità che il mercato delle vendite online ha ormai superato quello delle vendite nei negozi fisici ed è quindi comprensibile che moltissime attività vogliano aprire il proprio e-commerce.
Rispetto a circa 5 anni fa, il numero di siti da cui è possibile acquistare prodotti è aumentato vertiginosamente ma, soprattutto, Amazon è cresciuto ancora di più.
Perché parlo di Amazon?
Parlo di Amazon perché è un dato di fatto che oggi bisogna fare i conti con il colosso americano quando si vuole vendere un prodotto online.
Questo non vuol dire che bisogna vendere i propri prodotti su Amazon, bensì che bisogna prendere atto di quanto gli utenti si siano abituati ad un servizio che garantisce un catalogo immenso, rapidità nelle consegne e le spese di spedizione gratuite se si è utenti Prime.
Come muoversi allora?
Il primo passo è capire che vendere online non deve rappresentare un “extra” per la propria attività, bensì bisogna dargli la stessa importanza e la stessa cura della vendita al banco. Solo dedicandosi con costanza a tutte le attività che ruotano attorno ad un sito internet è possibile ottenere dei guadagni interessanti.
A che prezzo?
I costi di realizzazione di un e-commerce rappresentano forse la parte più piccola dell’investimento. Infatti, ciò che realmente va preso in considerazione, è il mantenimento del sito.
Quando parlo di mantenimento, non lo faccio nell’accezione tecnica del termine, ovvero non mi riferisco ai costi fissi di rinnovo dominio e hosting, bensì alla costante cura da dedicare al sito affinché sia sempre aggiornato a livello di catalogo prodotti, offerte (soprattutto durante ricorrenze e festività) e PUBBLICITÀ.
Quando discuto di un progetto e-commerce, faccio un esempio semplice che rende bene l’idea.
Paragono un e-commerce ad un negozio fisico, parlando dei costi che quest’ultimo comporta: canone di affitto del locale, arredamenti, stipendi e contributi dipendenti, bolletta della luce, bolletta telefonica ecc. ecc.
Perché se ogni mese, per un negozio fisico, è necessario spendere X mila euro affinché l’attività funzioni, lo stesso non deve valere per un negozio online?
La differenza tra le due tipologie di negozio non risiede infatti nei costi di gestione, ma nel pubblico raggiungibile.
Mi spiego meglio: non voglio dire che necessariamente un e-commerce debba costa più di un negozio fisico, ma nemmeno che debba costare di meno. Quello che voglio far capire al mio interlocutore è che però, a parità di investimento, un negozio online ti permette di vendere potenzialmente senza limiti geografici, quantomeno in campo nazionale e che, quindi, la convenienza non risiede in un risparmio sui costi gestione, ma su un aumento delle vendite.
Ma di quanti € stiamo parlando?
Per rispondere alla domanda sui costi di gestione di un e-commerce, bisogna fare una importante premessa: anche a causa della pandemia di COVID-19, con le attività commerciali chiuse e la gente bloccata a casa, la tendenza ad acquistare online è aumentata notevolmente ed infatti Amazon “si è fatto ancora più grosso”. Allo stesso tempo, tutti gli altri e-commerce si sono ritrovati a dover fare più pubblicità online per competere e, sempre allo stesso tempo, tanti nuovi e-commerce si sono immersi nel mercato.
Tutto questo ha causato un aumento sostanziale dei costi della pubblicità online, ovvero di quanto Facebook e Google “chiedono” agli imprenditori per dare visibilità al proprio negozio.
Ho virgolettato la parola perché non sono stati Facebook e Google ad aumentare i prezzi, semplicemente essendosi creata maggiore concorrenza tra negozi della stessa tipologia, automaticamente ogni negozio ha dovuto sborsare più soldi per superare il competitor di turno.
Quantificare a quanto ammonti l’investimento fisso mensile/annuo per portare avanti il proprio e-commerce non è un’operazione semplice, e sicuramente non esiste nessuna formula fissa.
Bisogna prendere in considerazione diversi fattori, tra cui il più importante è che la tipologia di prodotto che si vende e di conseguenza il pubblico di riferimento.
Spesso si sente parlare di “nicchia di mercato”. Perché?
Paradossalmente, oggi è più semplice spendere meno e guadagnare di più vendendo prodotti di nicchia rispetto a prodotti di massa, perché più il proprio pubblico di riferimento è circoscritto, meno concorrenza ci sarà, con un conseguente costo della pubblicità più basso.
Ecco perché quando mi chiedono un preventivo per un e-commerce, la prima cosa che propongo e di cui discuto con il potenziale cliente è un’analisi della propria attività.
Fatto ciò, procedo con una stima approssimativa ma realistica di quello che, secondo la mia esperienza e diversi dati analitici, è il costo fisso che comporterà l’e-commerce.